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La Valle di San Giorgio alle Acque e Valrovina, escursione sulle colline bassanesi

Alla scoperta di storie e miti lungo i sentieri, dall’antica chiesetta

di San Giorgio e la sua valle omonima dalle “Acque slosse”,

all’eremo di San Bovo, da Caluga a Valrovina.

 

DOMENICA 27 OTTOBRE 2024

 

Ritrovo alle ore 9.30 al parcheggio🅿 dell’Oasi Naturalistica ex Cava Gemma a Bassano del Grappa (ingresso in
via Pascolara, incrocio con strada Soarda)

 

 Siti di interesse: chiesetta di San Giorgio e la sua valle, eremo di San Bovo.

 

Rientro previsto nel primo pomeriggio.

Pausa pranzo per chi vuole in una tenuta a Valrovina con pranzo preparato da Michela, in
alternativa pranzo al sacco in autonomia.

Abbigliamento adeguato per trekking, comodo e a strati, con scarponcini (specialmente in seguito a piogge). Bottiglietta di acqua.

Dislivello: 285 mt di dislivello in salita.

Difficoltà:  medio-facile di 7,26 km 

 

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro VENERDI 25 OTTOBRE:

Paolo 3280222926

Michela 3348655889

Per informazioni e prenotazioni  CLICCA QUI

Per saperne di piu.

Percorso storico e paesaggistico, tra sentiero, asfalto e sterrato nella zona rurale e collinare della destra Brenta di Bassano del Grappa, territorio di Angarano.
Si parte dal parcheggio dell’Oasi naturalistica ex Cava Gemma a San Michele, oasi naturalistica creata su un’antica cava di calcarenite, basalto e laterizi vari, presente sin dall’epoca romana e soprattutto medioevale sul monte Patella.

Si percorre la strada asfaltata raggiungendo il bivio per Valrovina, presso il quale si può vedere l’edificio che fu un tempo centro termale di acque iodurate-solforose (le acque slosse).

 

Si giunge alla chiesetta longobarda di San Giorgio alle Acque, incastrata tra colle e torrente, custode di affreschi medioevali.

Si sale poi sulla propaggine occidentale del colle Castellaro, dove si potrà ammirare il paesaggio sulla valle e sulla chiesetta. Salendo, ad un crocicchio di sentieri sassosi, si giunge ad un punto sul colle il cui paesaggio si estende fino ad est, all’asolano, ed un cartello lì ci informa della presenza un tempo in quel sito del castello di
Angarano, luogo dove nemmeno più i ruderi rimangono a ricordare un importante castello che visse le vicissitudini della famiglia degli Ezzelini e le guerre tra Carraresi e Scaligeri.

Si prosegue sul sentiero principale che diventa boschivo con tratti di visuale sulla pianura, i colli Euganei e i Berici.
Si giunge a un quadrivio a X stretta, dove si intraprende il sentiero alto di destra: è il sentiero della Figarola, sopra la val dei Ochi, bel sentiero che spunta più avanti sulla via asfaltata di contrà Privà.
Finita la salita inizia perciò il sentiero diretto all’eremo di san Bovo, il quale sbucherà tra lavegetazione e le rocce, in particolare dietro a un semicerchio di pietre, probabile residuo di un più
antico luogo di culto precristiano. Tra questi due elementi (eremo e semicerchio) si va alla ricerca di alcuni graffiti su roccia, tra cui alcuni si suppone risalenti all’età del ferro.

Camminando sui sentieri dell’Alta via del Tabacco (luogo di coltivazione della pianta e di conseguente contrabbando), lungo il crinale del monte La Costa, si sfocia nella strada asfaltata di contrà Vallison e si segue questa in salita fino a giungere a Caluga, la località più alta di Valrovina, luogo che richiama alla memoria la storia del beato Lorenzino Sossio, un bambino di Valrovina di 5 anni trovato morto a Caluga nel 1485. Per la sua morte, in seguito alla testimonianza di un eremita da San Bovo, vennero accusati alcuni ebrei di Bassano del Grappa. Fu considerato, ma mai confermato del tutto, uno dei tanti casi in quel secolo (XV) di omicidio rituale per la Pesach ebraica, come il Simonino da Trento e altri, che rientrano in quella che è definita dalla comunità ebraica l’ingiusta “Accusa del sangue”.

Scenderemo nel centro di Valrovina, incastonato tra le colline e l’Altopiano dei Sette Comuni, per scendere ulteriormente lungo due sentieri fino di nuovo all’oasi ex Cava Gemma, chiudendo l’anello.